Contenuti per adulti
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Nel silenzio di una stanza,
un ragazzo di quindici anni
chiude il mondo fuori,
e il suo respiro si spegne
come una candela dimenticata.
Una ragazza, stessa età,
saluta il padre con un sorriso
finto come il gelato promesso,
poi si lancia nel vuoto
la madre la raccoglie,
frantumata sul selciato.
A dodici anni, da una finestra di scuola,
un’altra saluta la vita,
gli occhi chiusi per sempre
sul banco di un’aula vuota.
Diciannove primavere,
una porta serrata,
“non abbastanza” inciso nell’anima:
fine sussurrata al buio.
Un altro quindicenne
annuncia il disturbo tolto,
ora giace in coma,
tra tubi e silenzi ospedalieri.
Sono adolescenti,
fili tesi di storie intrecciate,
paure annodate in gola,
parole sepolte sotto vergogne,
pagine strappate e nascoste.
Vittime del bullismo,
cresciuti nel nido del bene
non rispondere al male,
sorridere gentile,
rispettare tutti,
credere nel prossimo.
Ma fuori, all’inferno della scuola,
i coetanei diventano lame,
derisioni che squarciano,
minacce che soffocano,
esclusioni che isolano.
Il male insopportabile,
come il silenzio che urla dentro.
Muori piano, senza rumore,
i sorrisi maschere di piombo,
tutti guardano, nessuno vede
le ferite che sanguinano
nelle notti di terrore.
Chi offende ride impunito,
nessun rimprovero, nessuna lezione.
Ragazze, ragazzi
fa male, un male atroce,
essere il bersaglio di arroganza.
Io lo so, lo porto nella pelle.
Ma reagite, gridate il dolore,
pretendete scudi dagli adulti,
denunciate con voce di tuono,
in ogni modo, senza paura.
La vita vi attende intera,
con sogni da inseguire,
passi incerti e vittorie,
cadute da cui rialzarvi,
amori che vi abbracciano oltre il limite.
Non lasciate che l’arroganza
scriva “fine” nei vostri pensieri.
Denunciamo la violenza,
combattiamola senza tremore.
Non voltatevi più,
non fingete ignoranza.
Io non taccio, non sono complice
di questa mattanza di anime pure,
che meritano di sbocciare
senza spine di disperazione.
perché nessun adolescente
muoia per un’offesa,
nessun genitore stringa
il legno freddo di una bara.
Grazie
Luisanna